Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19699 del 7 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19699PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di revoca di una sentenza di condanna ai sensi dell'art. 673 c.p.p. a seguito di una modifica legislativa che ha ridotto l'ambito di operatività della fattispecie penale, è tenuto a effettuare una valutazione in astratto della condotta oggetto della sentenza rispetto al nuovo assetto normativo, anche se la norma incriminatrice non è stata interamente abrogata, ma è stata riscritta con una riduzione del relativo ambito di operatività. Qualora accerti che i fatti per i quali è stata pronunciata la condanna non sono più previsti dalla legge come reato, il giudice dell'esecuzione deve procedere alla revoca della sentenza, senza necessità di un nuovo giudizio di merito. Il principio di retroattività della norma penale più favorevole, di cui all'art. 2, comma 2, c.p., trova applicazione anche in sede esecutiva, a prescindere dall'intervenuta irrevocabilità della sentenza di condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 17/05/2017 del TRIBUNALE di BARI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRO MARIA ANDRONIO;
lette le conclusioni del PG Dr. ((omissis)), nel senso dell'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato, perche' il fatto non e' previsto dalla legge come reato.
RITENUTO IN FATTO
1. - Con ordinanza del 17 maggio 2017, il Tribunale di Bari ha rigettato l'istanza, presentata dall'imputato, dire…

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