Cassazione penale Sez. V sentenza n. 279 del 10 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:279PEN

Massima

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Il titolo o il sottotitolo di un articolo di stampa possono integrare il reato di diffamazione a mezzo stampa, anche in assenza di contenuti diffamatori nel corpo dell'articolo, qualora abbiano una propria autonoma capacità di suggestione e siano idonei ad amplificare o travisare i fatti riportati. Tuttavia, tale fattispecie non ricorre quando il titolo o il sottotitolo si limitano a riportare in modo corretto e obiettivo una notizia vera, senza indurre il lettore a conclusioni tendenziose o fuorvianti, essendo la loro funzione quella di suscitare la curiosità del pubblico e promuovere la lettura dell'articolo. In tali casi, la mera esposizione di una notizia veritiera, senza alcuna connotazione diffamatoria, non integra gli estremi del reato di diffamazione a mezzo stampa, anche se il titolo o il sottotitolo risultino separati fisicamente dal corpo dell'articolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. TI. , N. IL (OMESSO);

1) PI. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 8593/2009 GIP TRIBUNALE di MILANO, del 02/02/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. AMATO Alfonso;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)): rigetto.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Gip del Tribunale di Milano dichiarava nlp nei confronti di Pi. Ma. , perche' il fatto non sussiste in ordine al delitt…

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