Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21663 del 21 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21663PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare i provvedimenti adottati dal tribunale del riesame in materia di misure cautelari personali, è tenuto a verificare esclusivamente la congruità e la logicità dell'apparato argomentativo posto a fondamento del provvedimento, senza poter riesaminare nel merito gli elementi fattuali e probatori valutati dal giudice di merito. In particolare, il controllo di legittimità sulla motivazione dell'ordinanza di riesame è diretto a verificare la coerenza logica del collegamento tra gli indizi di colpevolezza e il giudizio di probabile colpevolezza dell'indagato, nonché la valenza sintomatica degli indizi stessi, senza poter sindacare la valutazione di attendibilità delle fonti e la rilevanza del materiale probatorio, quando la motivazione risulti adeguata, coerente ed esente da errori logici e giuridici. Inoltre, non possono essere dedotte come motivo di ricorso per cassazione pretese manchevolezze o illogicità motivazionali del provvedimento del tribunale del riesame, rispetto ad elementi o argomentazioni difensive in fatto, di cui non risulti dimostrata l'avvenuta rappresentazione al suddetto tribunale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo, del 16.11.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo annullarsi con rinvio l'ordinanza impugnata limitatamente all'adeguatezza della misura cautelare, e invece rigettarsi nel resto il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l…

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