Il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria per opere edilizie realizzate in aree sottoposte a vincolo paesaggistico è subordinato al previo parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela del vincolo stesso, ai sensi dell'art. 32 della legge n. 47/1985. In mancanza di tale parere favorevole, il provvedimento di diniego di condono edilizio si presenta come atto dovuto e consequenziale, non potendo l'amministrazione comunale prescindere dall'assenza dell'atto presupposto necessario per il rilascio della concessione in sanatoria. Pertanto, il ricorso avverso il provvedimento di diniego di condono è inammissibile per difetto di interesse a ricorrere, qualora il ricorrente non abbia impugnato l'atto di annullamento del parere paesaggistico favorevole precedentemente rilasciato, essendo tale annullamento il presupposto autonomo e sufficiente per il diniego di condono, non censurato dal ricorrente. Inoltre, la motivazione del provvedimento di diniego di condono può ritenersi legittimamente assolta attraverso il mero rinvio alla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, precedentemente notificata al richiedente, in assenza di controdeduzioni da parte di quest'ultimo. Infine, la mancata tempestiva impugnazione dell'atto di annullamento del parere paesaggistico favorevole, da parte del ricorrente, può essere valutata ai fini della esclusione o mitigazione del danno risarcibile, in applicazione del principio di buona fede e solidarietà di cui all'art. 1227 c.c.