Il diritto di difesa, pur essendo un principio fondamentale del processo penale, non può essere esercitato in modo incondizionato e tale da pregiudicare l'esigenza di una tempestiva amministrazione della giustizia. Il giudice, nel bilanciare tali interessi contrapposti, può legittimamente negare il rinvio del dibattimento richiesto dalla difesa, qualora non risultino adeguatamente giustificati i motivi dell'impedimento del difensore a comparire, essendo sufficiente la mera indicazione di tali motivi senza che sia necessaria la prova dell'impossibilità assoluta. Ciò in quanto il diritto di difesa non implica un diritto assoluto alla presenza del difensore prescelto, potendo essere validamente esercitato anche attraverso la nomina di un sostituto, purché tale sostituzione non risulti pregiudizievole per l'attività difensiva. Il giudice, pertanto, nel valutare la richiesta di rinvio, deve operare un bilanciamento tra il diritto di difesa e l'esigenza di celerità processuale, privilegiando quest'ultima qualora non siano addotti motivi idonei a giustificare l'impedimento del difensore, fermo restando il dovere di quest'ultimo di indicare le ragioni che rendono la sostituzione inopportuna o impossibile per un valido esercizio dell'attività difensiva.