Il condono edilizio di opere abusive realizzate su immobili soggetti a vincoli paesaggistici e ambientali è ammissibile solo se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: 1) il vincolo deve essere stato imposto prima della realizzazione dell'abuso; 2) le opere devono risultare conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti, anche in caso di vincolo di inedificabilità relativa e non solo di vincolo assoluto. In mancanza di tali requisiti, il diniego del condono è un provvedimento vincolato per l'amministrazione, che non è tenuta a confutare analiticamente le deduzioni difensive dell'interessato ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990, essendo sufficiente un sintetico richiamo ai motivi ostativi. Pertanto, il provvedimento di diniego del condono edilizio per opere realizzate in zona vincolata, motivato sulla base dell'art. 32, commi 26 e 27, del d.l. n. 269/2003, è legittimo qualora risulti che il vincolo paesaggistico-ambientale sia preesistente all'abuso e le opere non siano conformi alle prescrizioni urbanistiche, a prescindere dalla natura assoluta o relativa del vincolo.