Cassazione civile Sez. III sentenza n. 18950 del 31 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18950CIV

Massima

Massima ufficiale
La falsità della firma di emittenza di un assegno bancario non crea alcuna obbligazione cartolare a carico dell’autore apparente di essa, ne’ ordine o delega di pagamento alla banca trattaria, sicché questa non può, venuta a conoscenza della falsità della firma, riversare il corrispondente importo sul conto del correntista, ma, avendone la legittimazione in qualità di “solvens”, può ripetere l’indebito oggettivo dall’“accipiens”, salvo poi rivalersi degli eventuali danni nei confronti del correntista, ove ricorra la colpa dello stesso secondo i principi generali e la convenzione di assegno (che lo obbliga a custodire con ogni diligenza il “carnet” ed a denunziarne senza ritardo alla banca il furto o lo smarrimento) e se sussiste la diligenza professionale del banchiere (che lo obbliga a confrontare la firma del traente con lo “specimen” depositato).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIARINI Maria Margherita - Presidente

Dott. SESTINI Danilo - Consigliere

Dott. SCARANO Luigi Alessandro - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. PELLECCHIA Antonella - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso 9321-2015 proposto da:
(OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), rappresentato e difeso dall'avvocato (OMISSIS) giusta procura in calce al ricorso;
- ricorrente -
contro
(OMISSIS) SPA, in persona della Dott.ssa (OMISSIS), Respons. Consul. Gener. e contenzioso, elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende giusta procura a margine del controricorso;
- controri…

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