Il rilascio di una concessione edilizia per silenzio-assenso non impedisce all'amministrazione comunale di annullare in autotutela tale titolo abilitativo qualora, prima dell'effettivo inizio dei lavori, siano sopravvenute nuove previsioni urbanistiche incompatibili con l'intervento edilizio autorizzato. Ciò in quanto, ai sensi dell'art. 31 della legge n. 1150 del 1942 e dell'art. 15 del d.P.R. n. 380 del 2001, l'entrata in vigore di nuove disposizioni urbanistiche comporta la decadenza delle licenze edilizie in contrasto con le stesse, salvo che i relativi lavori siano stati già iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio. Pertanto, in assenza dell'effettivo avvio dei lavori, il Comune può legittimamente esercitare il potere di autotutela e rimuovere il titolo abilitativo rilasciato per silenzio-assenso, senza che ciò comporti la necessità di comunicare l'avvio del procedimento di annullamento, atteso il carattere vincolato di tale provvedimento. Inoltre, la mancata partecipazione di un consigliere comunale, che risulti titolare di un diritto di proprietà su un'area interessata dalle nuove previsioni urbanistiche, al procedimento di adozione del piano regolatore generale, pur potendo determinare l'annullamento della sola parte dello strumento urbanistico relativa a tale area, non inficia la legittimità dell'intero provvedimento, né tantomeno la validità dell'approvazione del regolamento edilizio, il quale, in quanto allegato al piano regolatore, non richiede una maggioranza qualificata per la sua adozione, essendo sufficiente la maggioranza assoluta dei presenti in sede di consiglio comunale.