Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento è inammissibile, salvo i casi tassativamente previsti dalla legge, non essendo consentito dedurre vizi di violazione di legge per la mancata verifica dell'insussistenza di cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., né contestare il trattamento sanzionatorio concordato tra le parti, purché non inficiato da illegalità della pena irrogata, né la valutazione in punto di qualificazione del fatto, se meramente apodittica. In tali ipotesi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con procedura semplificata e senza formalità, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in quanto l'art. 448 c.p.p., comma 2-bis, limita l'impugnabilità della pronuncia di patteggiamento alle sole ipotesi di vizio in esso tassativamente indicate.