Il provvedimento amministrativo di diniego della conversione del permesso di soggiorno da motivi di studio a motivi di lavoro autonomo è illegittimo qualora l'Amministrazione si basi esclusivamente sull'assenza della residenza formale dello straniero sul territorio nazionale, senza considerare la sua effettiva presenza e la sussistenza degli elementi sostanziali per garantire una regolare permanenza, in applicazione del principio di prevalenza degli elementi di fatto sulle irregolarità amministrative sanabili, ai sensi dell'art. 5, comma 5, del D.Lgs. n. 286/1998 (Testo Unico sull'Immigrazione). L'Amministrazione è pertanto tenuta a valutare complessivamente la posizione dello straniero, privilegiando gli aspetti sostanziali rispetto a quelli meramente formali, al fine di assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché del diritto di difesa e del giusto procedimento di cui agli artt. 24 e 111 della Costituzione. La mancata considerazione di tali principi e della giurisprudenza consolidata in materia determina l'annullamento del provvedimento di diniego, con compensazione delle spese di giudizio, fatta salva la rifusione del contributo unificato a favore del ricorrente.