Il certificato di agibilità dei locali è un requisito imprescindibile per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande, a prescindere dalla circostanza che l'immobile sia stato realizzato prima del 1967 su suolo demaniale marittimo. L'assenza di tale certificato, attestante la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico, comporta l'impossibilità di formare il silenzio assenso sulla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) presentata per la voltura dell'autorizzazione amministrativa, anche qualora l'immobile non risulti abusivo. Il Comune è pertanto legittimato a rigettare la SCIA in assenza del certificato di agibilità, senza che ciò integri un vizio di motivazione o un eccesso di potere, in quanto la verifica del permanere dei presupposti indefettibili per lo svolgimento dell'attività autorizzata rientra nei suoi poteri di controllo. Inoltre, il principio di sanatoria dei vizi formali di cui all'art. 21-octies della legge n. 241/1990 trova applicazione, consentendo di ritenere legittimo il provvedimento di rigetto anche qualora non sia stata previamente comunicata l'avvio del procedimento.