Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23765 del 8 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23765PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 61, n. 11, c.p. si applica anche ai casi in cui il rapporto fiduciario sussista tra persone giuridiche, essendo sufficiente l'esistenza di un obbligo di facere implicante una relazione di fiducia tra l'autore del reato e il soggetto passivo, a prescindere dalla natura fisica o giuridica di quest'ultimo. Ciò in quanto l'elemento rilevante ai fini della sussistenza di tale circostanza aggravante è l'abuso della relazione fiduciaria da parte dell'agente, il quale approfitta della minore attenzione della vittima, determinata dall'affidamento riposto nell'obbligo dell'altro, per commettere il reato a suo danno. Pertanto, il giudice non può escludere l'applicazione dell'aggravante in ragione del fatto che il soggetto danneggiato sia una persona giuridica, anziché una persona fisica, essendo sufficiente l'esistenza di un rapporto fiduciario tra l'autore del reato e il soggetto passivo, a prescindere dalla loro natura.

Sentenza completa

nella causa penale promossa da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara;
avverso la sentenza n.939/2015 del Giudice monocratico del Tribunale di Ferrara del 30.6.2015;
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere dott. Lucia Aielli;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. Galasso Aurelio che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
PREMESSO IN FATTO
Con sentenza del 30.6.2015 il Tribunale di Ferrara in composizione monocratica dichiarava non doversi procedere nei confronti di (OMISSIS) per il reato di appropriazione indebita aggravata, non ritenendo integrata l'aggravante di cui all'articolo 61 c.p., n. 11 e mancando la querela.
Avverso tale sentenza proponeva ricorso per cassazione il Pubblico ministero rilevando come il Giudice avesse errato nel ritenere non sussistente l'aggravante di cui all'articol…

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