Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28304 del 28 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28304PEN

Massima

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Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili, ai sensi dell'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992, può essere disposto anche nei confronti di soggetti estranei al procedimento penale, qualora risulti la loro interposizione fittizia nella titolarità o disponibilità dei beni, a fronte dell'accertata sproporzione tra il valore di tali beni e la capacità reddituale, lecita, del proposto e del suo nucleo familiare. In tale ipotesi, l'estraneo al procedimento penale è legittimato a richiedere il riesame o a proporre appello limitatamente al profilo della interposizione di persona, al fine di far valere la propria effettiva titolarità o disponibilità del bene e l'inesistenza di relazioni di "collegamento" del bene con l'imputato, restando esclusa tale legittimazione in relazione agli altri presupposti del provvedimento di sequestro, sui quali le persone estranee al provvedimento non hanno titolo alcuno ad interloquire. Ai fini della valutazione della sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale lecita, il giudice deve considerare non solo i redditi e le attività economiche del proposto, ma anche quelli del suo nucleo familiare, comprendendo il coniuge e i figli conviventi, anche se intestatari dei beni. L'onere di fornire la prova della provenienza lecita dei mezzi impiegati per l'acquisto dei beni grava sul proposto e sui suoi congiunti, non essendo sufficiente la mera allegazione di disponibilità economiche in capo a questi ultimi, in assenza di una attendibile e circostanziata giustificazione del loro effettivo impiego per l'acquisto. Ove il giudice accerti che i redditi e le attività economiche, di natura lecita, del proposto e del suo nucleo familiare non giustificano l'entità e il valore dei beni acquisiti, può legittimamente disporre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche in assenza di un accertamento del nesso eziologico tra il reato e i beni, essendo sufficiente la mera sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale lecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetani - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

Dott. DE MARCHI ALBENGO P. - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 156/2012 TRIB. LIBERTA' di MESSINA, del 27/09/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore generale della repubblica presso la Corte di Cassazione, Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decreto del 27/9/2012 il Tribunale del riesame di Messina, decidendo a seguito di rinvio disposto da questa Corte, ha …

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