La mancata impugnazione dell'atto amministrativo presupposto, che costituisce il provvedimento lesivo della sfera giuridica del ricorrente, determina l'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse, anche qualora il gravame sia stato proposto avverso gli atti successivi e consequenziali. Ciò in quanto l'interesse a ricorrere sorge in capo al soggetto leso dal provvedimento originario, il quale non può essere surrogato dalla mera impugnazione di atti successivi e meramente esecutivi. Pertanto, l'omessa impugnazione dell'atto presupposto, che ha disposto la procedura di stabilizzazione del personale precario senza attivare la mobilità volontaria, comporta l'inammissibilità del ricorso avverso il successivo bando di concorso, in quanto privo di interesse. La ratio della disciplina sulla stabilizzazione del precariato, di cui all'art. 20 del d.lgs. n. 75/2017, si pone in rapporto di specialità rispetto alla mobilità volontaria di cui all'art. 30, comma 2-bis, del d.lgs. n. 165/2001, essendo volta a sanare situazioni di fatto originate dall'utilizzo improprio del lavoro a termine, per soddisfare esigenze durature, favorendo gli operatori sanitari che già espletano mansioni e funzioni presso l'ente.