Il contratto di acquisto di prestazioni sanitarie da parte di strutture private accreditate deve essere stipulato nel rispetto dei principi di imparzialità, buon andamento e trasparenza dell'azione amministrativa, nonché in conformità alla normativa vigente in materia di accreditamento e programmazione sanitaria regionale. L'amministrazione competente, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, è tenuta a valutare attentamente le esigenze di contenimento della spesa pubblica e di razionalizzazione dell'offerta sanitaria, bilanciandole con il diritto dei cittadini all'accesso alle prestazioni essenziali. Il contratto deve pertanto prevedere adeguati meccanismi di controllo e monitoraggio dell'attività svolta dalle strutture private accreditate, al fine di garantire la qualità delle prestazioni erogate e la loro coerenza con gli obiettivi di programmazione sanitaria. Eventuali clausole contrattuali che si pongano in contrasto con tali principi possono essere oggetto di impugnazione da parte delle strutture interessate, le quali hanno diritto a veder tutelati i propri interessi legittimi nell'ambito del procedimento di formazione e approvazione del contratto. La rinuncia al ricorso, intervenuta a seguito della sottoscrizione del contratto di budget, non preclude tuttavia la possibilità di contestare in futuro specifiche previsioni contrattuali ritenute lesive, qualora se ne ravvisino i presupposti.