Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37220 del 5 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:37220PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) presuppone la prova puntuale della perdurante esistenza dell'associazione criminale e della concreta partecipazione dell'imputato, anche successivamente a una precedente condanna per il medesimo reato. A tal fine, la motivazione deve indicare specificamente i connotati di stabilità e permanenza dell'associazione, la concreta utilizzazione della forza di intimidazione propria del metodo mafioso, nonché i ruoli e le condotte dei singoli affiliati, senza potersi limitare a un generico riferimento a precedenti condanne o a indizi di una generica attività delinquenziale. Inoltre, la responsabilità per il reato di detenzione di armi non può essere desunta automaticamente dal ruolo di capo dell'associazione, ma deve essere autonomamente provata sulla base di elementi specifici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - Presidente

Dott. COSTANZO Ange - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/03/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ANGELO COSTANZO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. ORSI , che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;
uditi:
- l'avvocato (OMISSIS), difensore di parte civile (OMISSIS)…

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