Il giudice che emette una sentenza dichiarativa di estinzione del reato per intervenuta prescrizione può adottare o, se investito dell'impugnazione, confermare la statuizione già adottata dal giudice di merito ai sensi dell'art. 537 c.p.p. sulla falsità di atti o documenti, solo se le risultanze processuali siano tali da consentire di affermare che tale falsità sia stata positivamente accertata sulla base delle norme che regolano l'acquisizione e la valutazione della prova nel processo penale, e comunque a condizione che l'accertamento del fatto e la colpevolezza dell'imputato siano adeguatamente motivati. In caso contrario, il giudice deve procedere alla correzione dell'errore materiale contenuto nel dispositivo della sentenza, osservando le regole procedurali di cui all'art. 130 c.p.p., che prevedono la fissazione di un'udienza camerale con avviso alle parti e la possibilità per le stesse di presentare memorie e di essere sentite, al fine di consentire un contraddittorio sul mancato accertamento della falsità della perizia oggetto del reato dichiarato estinto per prescrizione.