L'occupazione abusiva di un bene privato da parte della pubblica amministrazione, al di fuori di una legittima procedura espropriativa o di un procedimento di acquisizione sanante, non può comportare l'acquisto della proprietà per usucapione, in quanto configura un illecito permanente che impedisce il decorso del termine ventennale necessario per il perfezionamento dell'usucapione. Pertanto, il proprietario del bene illegittimamente occupato ha diritto alla restituzione dello stesso, fermo restando la possibilità per l'amministrazione di adottare un provvedimento di acquisizione ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 o di far cessare l'occupazione sine titulo attraverso le modalità indicate dalla giurisprudenza. In tal caso, il proprietario ha diritto al risarcimento del danno per il mancato godimento del bene, quantificabile in via equitativa ai sensi dell'art. 42-bis, comma 3, del d.P.R. n. 327/2001, con deduzione delle somme già liquidate a titolo di indennità di esproprio. Il termine per l'usucapione decorre, al più presto, dalla data di entrata in vigore del Testo Unico sull'Espropriazione (30 giugno 2003), in quanto solo da tale momento l'ordinamento ha superato la prassi dell'occupazione acquisitiva, consentendo al privato di chiedere la restituzione del bene.