Il provvedimento di archiviazione emesso dal giudice per le indagini preliminari successivamente all'entrata in vigore della legge n. 103 del 2017 non è ricorribile per cassazione, ma è impugnabile esclusivamente mediante reclamo al tribunale in composizione monocratica, ai sensi dell'art. 410-bis c.p.p., nei soli casi di nullità previsti dall'art. 127, comma 5, c.p.p., ovvero per la violazione delle norme concernenti la citazione e l'intervento delle parti in camera di consiglio. Il giudice è libero di motivare il proprio convincimento in ordine alla configurabilità dei reati e alla loro estinzione per prescrizione, anche prescindendo dalle valutazioni dell'organo titolare dell'accusa e dalle deduzioni della persona offesa in sede di opposizione all'archiviazione. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto avverso un provvedimento di archiviazione per motivi diversi dalla nullità di cui all'art. 410-bis, comma 2, c.p.p. deve essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.