Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10545 del 13 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:10545PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di divulgare informazioni o materiale compromettente relativo alla vita privata della vittima, costringe quest'ultima a consegnare una somma di denaro, indipendentemente dal fatto che la consegna avvenga sotto il controllo delle forze dell'ordine finalizzato all'arresto dell'estorsore. La minaccia, anche se non determina una effettiva intimidazione della vittima, è comunque idonea a incidere sulla sua libertà di determinazione, integrando gli elementi costitutivi del reato di estorsione nella forma consumata. Inoltre, il danneggiato, ovvero chiunque abbia subito un pregiudizio eziologicamente riferibile all'azione delittuosa, è legittimato a costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento del danno, anche qualora non sia il diretto destinatario della minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PELLEGRINO Andrea - Presidente

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. NICASTRO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
rappresentato e difeso dall'avv. Silvia Grassi, di fiducia;
avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma in data 31/1/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
preso atto che il procedimento viene trattato con contraddittorio scritto ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, convertito nella L. 18 dicembre 2020, n. 176 (cosi' come modificato per il termine di vigenza dal Decreto Legge 30 dicembre 2021, …

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