La ricostruzione di un immobile danneggiato da un evento calamitoso, anche se non contestuale alla demolizione e con lievi variazioni di sagoma e volume rispetto all'originario edificio, può essere assentita mediante denuncia di inizio attività (d.i.a.) ai sensi dell'art. 22 del D.P.R. n. 380/2001, qualora risulti accertata l'identità sostanziale tra il fabbricato demolito e quello ricostruito, sulla base di elementi probatori certi e inequivocabili, come la documentazione tecnica e fotografica agli atti dell'amministrazione comunale. Ciò anche in deroga al requisito della contestualità tra demolizione e ricostruzione, quando tale mancanza di contestualità sia dovuta a comportamenti illegittimi della stessa amministrazione, che abbia disposto la demolizione d'ufficio in assenza dei presupposti di legge. In tali casi, il titolo abilitativo per la ricostruzione deve ritenersi validamente formato mediante la d.i.a., senza che possa essere successivamente dichiarato decaduto per il solo decorso di un termine quinquennale previsto dalla normativa urbanistica sopravvenuta, quando tale termine non sia stato rispettato per causa di forza maggiore non imputabile al privato. L'amministrazione non può pertanto ordinare la demolizione dell'immobile ricostruito, dovendo invece riconoscerne la legittimità.