Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43159 del 15 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:43159PEN

Massima

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Il metodo mafioso nell'estorsione si configura anche in assenza di esplicite minacce, qualora l'associazione criminale abbia raggiunto una forza intimidatrice tale da rendere superfluo l'avvertimento mafioso, espresso o implicito, ovvero il ricorso a specifici comportamenti di violenza e minaccia. Ciò in quanto il contesto mafioso noto alla persona offesa, unitamente alla caratura criminale dei soggetti coinvolti, qualifica di un significato sinistro le richieste di pagamento, determinando una risposta coatta del destinatario, indipendentemente dalla causale della richiesta. Pertanto, ai fini della configurabilità dell'aggravante dell'uso del metodo mafioso nel reato di estorsione, rileva non tanto la gravità della condotta in sé, quanto il contesto delinquenziale inquietante in cui essa si inserisce e le specifiche caratteristiche della personalità dell'indagato, anche con riferimento a precedenti condotte delittuose, che giustificano l'adozione di esigenze cautelari di natura preventiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 387/2014 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 26/03/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IANNELLI ENZO;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, il ricorso; Udita la relazione del cons. Dott. JANNELLI Enzo;

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, Dott. STABILE Carmine, per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore dell'imputato, avv.to (OMISSIS), che ne chied…

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