Il Comune di Roma Capitale può legittimamente disporre la riacquisizione forzosa di un'area di sua proprietà, facente parte del patrimonio indisponibile, anche se occupata abusivamente da un soggetto privato, in quanto tale area è sottoposta a vincoli di destinazione pubblica, quali il vincolo cimiteriale e quello archeologico, nonché la previsione di destinazione a verde pubblico nel vigente strumento urbanistico. L'occupazione abusiva e la mancanza di un valido titolo di possesso in capo al privato, unitamente alla natura pubblica e indisponibile del bene, legittimano l'esercizio del potere di autotutela da parte dell'amministrazione comunale, senza che rilevi la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento all'occupante, in quanto quest'ultimo riveste la qualità di occupante senza titolo. L'appartenenza dell'area al patrimonio indisponibile comunale può essere dimostrata anche attraverso atti e provvedimenti amministrativi pregressi, come le precedenti ordinanze di sgombero divenute inoppugnabili, nonché mediante il rinvenimento di atti di concessione e affidamento dell'area risalenti nel tempo, che ne attestano la destinazione pubblica.