Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17454 del 23 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17454PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità del disegno criminoso, ai fini dell'applicazione dell'istituto della continuazione di cui all'art. 81 comma 2 c.p., non può essere desunta dalla mera coincidenza temporale o contiguità spaziale tra i reati, ma richiede un più ampio accertamento della sussistenza di un unico programma delinquenziale, desumibile da elementi quali la tipologia dei reati, le modalità della condotta, i motivi a delinquere, l'omogeneità delle violazioni e la preordinazione dei reati-fine o reati-mezzo rispetto al reato associativo. La continuazione tra reato associativo e reati-fine o reati-mezzo non è automaticamente ravvisabile, essendo necessario che questi ultimi siano già stati programmati al momento della costituzione dell'associazione. Inoltre, non è possibile affermare una sorta di "proprietà transitiva" ai fini dell'identità di disegno criminoso, ritenendo automaticamente unificabili ex art. 81 comma 2 c.p. reati commessi in epoca coincidente con altri già riconosciuti in continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

La. En. , n. il (OMESSO);

avverso la sentenza 3.7.08 della Corte d'Appello di Roma;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dr. Manna Antonio;

udito il Procuratore Generale nella persona del Dr. STABILE Carmine, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza 3.7.08 la Corte d&#…

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