Cassazione penale Sez. III sentenza n. 11775 del 21 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:11775PEN

Massima

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Ai fini della configurabilità del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (art. 74 D.P.R. 309/1990), è necessaria la presenza di tre elementi fondamentali: a) l'esistenza di un gruppo, i cui membri siano aggregati consapevolmente per il compimento di una serie indeterminata di reati in materia di stupefacenti; b) l'organizzazione di attività personali e di beni economici per il perseguimento del fine illecito comune, con l'assunzione dell'impegno di apportarli anche in futuro per attuare il piano permanente criminoso; c) sotto il profilo soggettivo, l'apporto individuale apprezzabile e non episodico di almeno tre associati, che integri un contributo alla stabilità dell'unione illecita. La prova del vincolo associativo può essere data anche attraverso l'accertamento di facta concludentia, quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, le basi logistiche, le forme di copertura e i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. Ai fini della configurabilità del reato associativo, non è necessario un patto espresso fra gli associati, potendo il vincolo associativo desumersi dalle modalità esecutive dei reati-fine e dalla loro ripetizione, dai rapporti tra gli autori, dalla ripartizione dei ruoli fra i vari soggetti in vista del raggiungimento di un comune obiettivo e dall'esistenza di una struttura organizzativa, sia pure non particolarmente complessa e sofisticata, indicativa della continuità temporale del vincolo criminale. La commissione dei reati-fine, di qualunque tipo essa sia, non è necessaria né ai fini della configurabilità dell'associazione né ai fini della prova della sussistenza della condotta di partecipazione, essendo sufficiente che la condotta di partecipazione si manifesti in un comportamento esteriore idoneo ad arrecare un contributo apprezzabile alla commissione del reato, mediante il rafforzamento del proposito criminoso o l'agevolazione dell'opera degli altri concorrenti. Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. (già art. 7 d.l. 152/1991), è necessario accertare che il concorrente nel reato, pur non animato dal fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso, sia consapevole della finalità agevolatrice perseguita dal compartecipe. Tale consapevolezza non può essere desunta da meri elementi di natura colposa, quali la mera ignoranza della finalità agevolatrice, ma deve risultare da elementi probatori che dimostrino la rappresentazione, da parte del concorrente, della finalità tipizzante la fattispecie aggravata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) alias (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31/01/2022 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento im…

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