Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28200 del 9 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:28200PEN

Massima

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Il concorso nella falsificazione di un documento commessa all'estero, in assenza della richiesta del Ministro della Giustizia ai sensi dell'art. 10 c.p., non esclude la punibilità per il reato di uso di atto falso di cui all'art. 489 c.p. a carico di chi abbia prodotto o concorso a produrre il documento falso, in quanto la mancanza della condizione di procedibilità riguarda solo il concorso nella falsificazione, ma non il successivo uso del documento falso. La Corte di Cassazione, richiamando il proprio consolidato orientamento, afferma che il concorso nella falsificazione commessa all'estero, in assenza della richiesta del Ministro della Giustizia ai sensi dell'art. 10 c.p., esclude la punibilità per il reato di falsità, ma non per il reato di uso di atto falso di cui all'art. 489 c.p. Pertanto, colui che abbia prodotto o concorso a produrre il documento falso all'estero, pur non essendo punibile per la falsificazione, risponde comunque del reato di uso dello stesso, qualora ne ricorrano le condizioni. Tale principio, ribadito dalla Corte, si fonda sulla distinzione tra la condotta di falsificazione, che richiede la condizione di procedibilità di cui all'art. 10 c.p., e la successiva condotta di uso del documento falso, che integra autonomamente il reato di cui all'art. 489 c.p. Pertanto, l'imputato che abbia concorso nella falsificazione all'estero, pur non essendo punibile per tale condotta, può essere condannato per il reato di uso di atto falso, qualora abbia effettivamente utilizzato il documento falso. La Corte, in applicazione di tale principio, ha quindi annullato la sentenza di proscioglimento emessa dal Tribunale, in quanto lo stesso aveva erroneamente ritenuto che il concorso nella falsificazione all'estero escludesse la punibilità anche per il reato di uso di atto falso, e ha disposto il rinvio del procedimento alla Corte d'Appello per un nuovo giudizio, al fine di accertare la responsabilità dell'imputato per il reato di cui all'art. 489 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato L. - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto il 23.10.2006 da:

Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Trieste;

avverso la sentenza del Tribunale di Trieste del 22 marzo 2006;

nel procedimento a carico di:

ZH. Iv. Ro. , nata in (OMESSO);

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto dr. Carmine Stabile, …

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