Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 7905 del 1 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:7905PEN

Massima

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Il delitto di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede la dimostrazione che l'associazione abbia conseguito, in concreto, nell'ambiente circostante nel quale essa opera, un'effettiva capacità di intimidazione, tale da mantenere vivo un alone permanente di intimidazione diffusa, anche a prescindere da singoli atti di intimidazione posti in essere dai singoli associati. Tale capacità di intimidazione deve essere attuale e non solo potenziale, e la percezione esterna di essa deve essere effettiva e oggettivamente riscontrabile, non essendo sufficiente la prova della sola intenzione di produrla e di avvalersene. Ai fini della responsabilità penale per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p., occorre inoltre dimostrare che l'imputato fosse effettivamente nelle condizioni e nella consapevolezza di poter disporre della forza intimidatrice dell'associazione, in quanto inserito stabilmente e organicamente nella sua struttura organizzativa, partecipando attivamente e concretamente alle attività organizzate della medesima per il raggiungimento dei suoi scopi. La mera affermazione di un "clima di diffusa intimidazione" derivante dalla "consolidata consuetudine di violenza dell'associazione", senza riferimento agli elementi di fatto posti a fondamento di tale valutazione, non è sufficiente a integrare gli elementi costitutivi del delitto di cui all'art. 416-bis c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Frances - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

IT. Fe. , n. a (OMESSO); TU. Ma. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma, emessa il 21.12.2009;

- letti i ricorsi e il provvedimento impugnato;

- udita la relazione del cons. Dr. F. Ippolito;

- udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale Dott. DE SANTIS Fausto, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

- udito i difensori avv. Gianzi G. It. e …

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