La legittima difesa, quale causa di giustificazione, richiede la sussistenza di specifici presupposti, tra cui il bisogno di respingere un'aggressione ingiusta mediante una reazione proporzionata ed adeguata. In assenza di tali presupposti, non può configurarsi l'eccesso colposo nella legittima difesa, che si caratterizza per l'erronea valutazione del pericolo e dell'adeguatezza dei mezzi usati. Inoltre, la mera partecipazione ad una rissa, con il successivo tentativo di omicidio, non integra gli estremi della provocazione, attenuante prevista dall'art. 62, comma 1, n. 2 c.p., in quanto l'esacerbazione dell'animo dell'imputato trova origine nella sua adesione alla contesa, alla quale avrebbe potuto sottrarsi. Il dubbio sulla sussistenza della causa di giustificazione della legittima difesa, o sull'eccesso colposo in essa, non comporta l'assoluzione dell'imputato ai sensi dell'art. 530, comma 3 c.p.p., ma la sua condanna, in assenza dei presupposti della scriminante.