Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3592 del 24 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:3592PEN

Massima

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Il giudicato penale, quale espressione del principio di certezza del diritto, non può essere rimesso in discussione mediante la reiterazione di istanze già decise con provvedimenti divenuti irrevocabili. Pertanto, la richiesta di revoca di un'ordinanza emessa in sede di esecuzione, che miri a ottenere un nuovo riconoscimento di un vincolo di continuazione tra reati già giudicati, deve essere qualificata come ricorso per cassazione, ai sensi dell'art. 666, comma 6, c.p.p., indipendentemente dalla qualificazione data dalla parte proponente, in applicazione del principio di conservazione di cui all'art. 568, comma 5, c.p.p. Il giudice erroneamente adito è tenuto a trasmettere gli atti al giudice competente, essendo riservata a quest'ultimo la valutazione sull'ammissibilità del gravame. L'ordinanza emessa in violazione di tali principi è nulla, in quanto il giudice dell'esecuzione è privo di competenza a riesaminare questioni già definite con provvedimenti irrevocabili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANZARO;
nei confronti di:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 189/2015 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 05/06/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GAETANO DI GIURO;
lette le conclusioni del PG Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 5.06.2015 la Corte di ap…

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