Il ricorso per cassazione avverso una sentenza di appello è inammissibile qualora: 1) non sia sottoscritto da un difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione, come previsto dall'art. 613, comma 1, c.p.p. a pena di inammissibilità; 2) non contenga alcuna argomentazione a sostegno dei motivi di censura, in violazione dell'art. 581 c.p.p. che richiede, a pena di inammissibilità, l'indicazione dei motivi specifici su cui si fonda il ricorso. In tali ipotesi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile ai sensi dell'art. 610, comma 5-bis, c.p.p., con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in caso di colpa, anche della somma di euro 4.000 a favore della Cassa delle ammende. La declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione, fondata sull'inosservanza di tali requisiti formali, non comporta alcuna valutazione nel merito delle censure prospettate, ma si limita a rilevare il mancato rispetto delle condizioni di procedibilità del gravame, sancite a pena di inammissibilità dalla legge processuale penale.