Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33006 del 24 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:33006PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene altrui, anche se di lieve entità, integra il reato di cui all'art. 635 c.p. e comporta la responsabilità penale dell'autore, a prescindere dalla legittimazione della parte offesa a costituirsi in giudizio come parte civile, essendo questa una questione di merito che può essere oggetto di dimostrazione nel corso del processo. Il giudice, nel valutare le prove acquisite, deve dare conto in modo esaustivo del proprio convincimento sulla responsabilità dell'imputato, senza essere vincolato dalla descrizione del fatto contenuta nell'atto di citazione, potendo riqualificare la condotta entro i limiti della contestazione originaria. La mancata trasmissione degli atti al pubblico ministero per una diversa qualificazione giuridica del fatto non costituisce violazione di legge, purché il fatto contestato rimanga sostanzialmente immutato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3/2012 TRIB. SEZ. DIST. di BRONTE, del 27/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI Giuseppina che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che chiede accoglimento dei motivi.

MOTI…

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