Il delitto di falso ideologico commesso dal privato mediante dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà si consuma nel momento e nel luogo in cui la dichiarazione si forma, vale a dire con la sua presentazione all'ufficio presso il quale deve produrre gli effetti previsti dalla legge. A tal fine, è sufficiente il dolo generico, ossia la volontarietà e la consapevolezza della falsa attestazione, a prescindere dall'effettiva influenza della stessa sull'esito del procedimento amministrativo. Pertanto, il reato di cui all'art. 483 c.p. in relazione alla L. n. 445 del 2000, art. 76 si integra con la semplice sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive contenenti attestazioni non veritiere, a prescindere dalla concreta decettività dei documenti allegati a supporto. La valutazione della tenuità del fatto ai sensi dell'art. 131-bis c.p. implica un apprezzamento complessivo degli indicatori afferenti alla condotta, al danno e alla colpevolezza, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di motivazione manifestamente illogica o carente.