Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, armata e finanziata con il prezzo o il profitto di delitti, comporta la responsabilità penale del singolo partecipe anche in assenza di una sua diretta ed esplicita condotta esecutiva, essendo sufficiente il suo consapevole inserimento nell'organizzazione criminale e la sua adesione al programma associativo, desumibili da elementi indiziari quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le risultanze delle intercettazioni telefoniche e ambientali, i contatti e i rapporti intrattenuti con altri membri del sodalizio, nonché la sua partecipazione a reati-fine rientranti nel programma criminoso. Inoltre, l'aggravante della finalità di agevolare l'attività di associazioni di tipo mafioso, di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, conv. in l. n. 203 del 1991, è configurabile anche in assenza della prova della consapevolezza, da parte della persona offesa, della matrice mafiosa del reato, trattandosi di circostanza aggravante di natura oggettiva che si riferisce all'attività dell'associazione e non necessariamente alla condotta del singolo partecipe. Infine, le aggravanti di cui all'art. 416-bis, commi 4 e 6, c.p. trovano applicazione anche nei confronti del singolo partecipe che ne ignori l'esistenza per colpa o errore determinato da colpa, in quanto hanno carattere oggettivo.