Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Brescia sentenza n. 1729 del 2010

ECLI:IT:TARBS:2010:1729SENT

Massima

Generata da Simpliciter
Il Comune non può negare a priori una richiesta di variante urbanistica finalizzata al cambio di destinazione d'uso di un'area da zona di salvaguardia ambientale a zona agricola, solo in ragione di precedenti abusi edilizi commessi dal richiedente nella medesima zona, senza prima verificare se la variante proposta sia effettivamente finalizzata a sanare tali abusi in modo conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente. Infatti, il potere di valutare l'ammissibilità di una richiesta di variante urbanistica spetta al Consiglio Comunale, non al Sindaco, e tale valutazione deve essere effettuata nel merito, considerando se la variante proposta persegua interessi pubblici e non solo privati. Pertanto, il Comune non può precludere a priori l'esame della richiesta di variante, ma deve valutarne la fondatezza, eventualmente attivando la procedura del silenzio-assenso qualora non si pronunci entro i termini previsti. Ciò in quanto, pur essendo emersi precedenti abusi edilizi nella zona oggetto della richiesta di variante, la sanatoria di tali abusi deve avvenire attraverso un diverso e specifico procedimento, distinto da quello relativo alla variante urbanistica. Pertanto, il Comune non può utilizzare la valutazione della variante come strumento per sanzionare gli abusi, ma deve separare i due procedimenti, valutando la variante in base alla sua conformità agli strumenti urbanistici vigenti e alle esigenze di tutela ambientale, indipendentemente dalla pregressa situazione di abusivismo. Inoltre, il Comune non può negare la variante per il solo fatto che essa sia motivata da interessi privati del richiedente, poiché ciò non è di per sé sufficiente a configurare uno sviamento di potere, a condizione che la variante risulti comunque conforme agli interessi pubblici di tutela del territorio e dell'ambiente. Spetta pertanto al Comune, nell'ambito della propria discrezionalità tecnica, valutare se la variante proposta, pur essendo motivata da interessi privati, risulti comunque compatibile con gli strumenti urbanistici e le esigenze di salvaguardia ambientale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA LOMBARDIA
SEZIONE STACCATA DI BRESCIA
SEZIONE PRIMA
ha pronunciato la presente
SENTENZA
Sul ricorso numero di registro generale 1400 del 1998, proposto da:
La.En., rappresentato e difeso dall'avv. Fa.Ne., con domicilio eletto presso Fa.Ne. in Brescia;
contro
Comune di Sulzano, rappresentato e difeso dall'avv. Gi.Bo., con domicilio eletto presso Gi.Bo. in Brescia;
per l'annullamento
del provvedimento del Sindaco 11.9.98, n. 1269 denegante variante per cambio destinazione da zona di salvaguardia ambientale a zona agricola.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Sulzano;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 28 aprile 2010 il dott. ((omissis)) e uditi per le parti i difensori come specificato nel v…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.