Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28607 del 6 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:28607PEN

Massima

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Il reato di associazione mafiosa è a forma libera e non prevede alcuna tipizzazione della condotta, che può estrinsecarsi in qualunque forma di sostegno al funzionamento dell'organizzazione criminale. La partecipazione all'associazione consiste in un contributo, apprezzabile e concreto sul piano causale, all'esistenza e al rafforzamento dell'associazione, a prescindere dal ruolo o dal compito svolto dal partecipe nell'ambito dell'associazione. La valutazione delle dichiarazioni provenienti da intercettazioni, pur essendo spontanee e non sollecitate, richiede un penetrante vaglio della loro veridicità, attraverso l'analisi del contesto in cui emergono, delle relazioni tra i conversanti e della compatibilità con gli altri elementi di prova. In materia di associazione mafiosa, la presunzione di pericolosità sociale del partecipe può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa, essendo onere del giudice di merito dare atto dell'inesistenza di elementi idonei a vincere tale presunzione. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato alla rilevazione di illogicità manifeste e di carenze motivazionali decisive, senza poter procedere a una rivalutazione complessiva del compendio indiziario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 4382/2013 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 25/09/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Angelillis C., che conclude per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il tribunale di Reggio Calabria confermava l'applicazione a (OMISSIS) della misura della custodia in carcere per il reato di cui all'a…

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