Il divieto di sosta permanente con rimozione forzata può essere legittimamente imposto dal Comune in prossimità di uscite di emergenza di edifici con elevata concentrazione di lavoratori, al fine di garantire la sicurezza e la rapida evacuazione del personale in caso di incendio o altra emergenza, prevalendo tale interesse pubblico sulla necessità di assicurare alcuni posti auto in più. La peculiarità della situazione, caratterizzata dalla presenza di circa 500 dipendenti nello stabilimento, dall'affollamento nella porzione di edificio insistente sull'uscita di sicurezza, dal rischio connesso alla presenza di impianti e apparecchiature pericolose, nonché dall'assenza di analoghe strutture aziendali direttamente affacciate sulla via pubblica, richiede una puntuale valutazione comparativa degli interessi in gioco e un'adeguata motivazione in ordine alla prevalenza dell'interesse alla sicurezza dei lavoratori, senza che possa rilevare il timore di creare un "precedente difficilmente gestibile" per il Comune. Pertanto, il diniego del Comune di reintrodurre il divieto di sosta, motivato in modo generico e senza una effettiva comparazione degli interessi contrapposti, è illegittimo per carenza di istruttoria e difetto di motivazione.