Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40116 del 7 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:40116PEN

Massima

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La dazione di denaro al pubblico ufficiale per ottenere più sollecitamente un atto lecito e regolare, che il predetto era comunque tenuto a porre in essere, costituisce il reato di corruzione, in quanto l'agente commette l'illecito allo scopo di conseguire un vantaggio rispetto agli altri aspiranti e per indurre il pubblico ufficiale a trascurare l'adempimento dei doveri istituzionali di correttezza e imparzialità, a prescindere dal fatto che il corruttore si inserisca in un sistema che comporti condizioni di favore per chi versi al pubblico ufficiale prebende non dovute. La sussistenza di esigenze cautelari, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere adeguatamente motivata anche sulla base di un singolo episodio di condotta illecita, senza che sia necessario dimostrare la reiterazione della stessa, qualora il giudice ritenga concreto e attuale il pericolo di commissione di ulteriori reati della stessa specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 154/2011 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 17/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito l'avv. ((omissis)), difensore di fiducia del ricorrente, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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