Il possesso di trattori stradali di provenienza furtiva, di carte di circolazione falsificate e di targhe contraffatte, unitamente al rinvenimento di elementi indiziari quali lamiere con numeri di telaio rimossi, targhe alterate e apparati per inibire le radiofrequenze, integra il concorso nei reati di riciclaggio e di falsificazione di documenti. Tali condotte, caratterizzate da modalità operative speculari e dalla predisposizione di mezzi idonei alla commissione dei reati, denotano la consapevolezza degli imputati circa la provenienza delittuosa dei veicoli e la finalità unitaria della loro condotta, configurando il reato di riciclaggio ex art. 648-bis c.p. e il reato di uso di atto pubblico falso ex art. 489 c.p., in relazione agli artt. 482 c.p. e 476 c.p., comma 1. Il reato di falsificazione non è assorbito in quello di riciclaggio, essendo quest'ultimo reato caratterizzato da una autonoma offensività e configurandosi il falso come occasionale modalità di realizzazione del riciclaggio. La gravità della condotta delittuosa, desumibile dalle modalità di commissione dei reati e dalla personalità negativa degli imputati, giustifica la congruità della pena detentiva irrogata, non suscettibile di sostituzione con quella pecuniaria né di riconoscimento del beneficio della non menzione.