Consiglio di Stato sentenza n. 6769 del 2020

ECLI:IT:CDS:2020:6769SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. In presenza di un atto di proroga della dichiarazione di pubblica utilità adottato dalla pubblica amministrazione, non è possibile procedere all'acquisizione delle aree ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 prima della definizione del contenzioso sulle procedure di esproprio, in quanto tale potere può essere esercitato solo in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità. 2. La nullità per "difetto assoluto di attribuzione" è configurabile solo nelle ipotesi di assenza in astratto di qualsivoglia norma giuridica attributiva del potere esercitato con il provvedimento, mentre non ricorre quando la norma (come l'art. 13, comma 4, del d.P.R. n. 327/2001) consente espressamente l'adozione dell'atto contestato, anche se ne vengano dedotti vizi nell'esercizio in concreto del potere. 3. L'effetto ablatorio del decreto di esproprio si verifica al momento dell'adozione del provvedimento, a prescindere dalla successiva notificazione individuale, la quale ha solo la funzione di far decorrere il termine di opposizione alla stima ovvero quello per l'impugnazione. 4. La domanda risarcitoria fondata sull'ipotesi di una superficie effettivamente utilizzata per l'esecuzione dell'opera più ampia di quella espropriata è inammissibile, in quanto rimasta su un piano del tutto indeterminato e ipotetico. 5. Non sussistono i presupposti per la sospensione del processo, né ai sensi dell'art. 295 c.p.c. né ai sensi dell'art. 337 c.p.c., in quanto le odierne appellanti hanno proposto dinanzi al TAR sia una domanda di annullamento del decreto di proroga della dichiarazione di pubblica utilità e del successivo decreto di esproprio, sia una domanda risarcitoria.

Sentenza completa

Pubblicato il 03/11/2020

N. 06769/2020REG.PROV.COLL.

N. 07443/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 7443 del 2019, proposto dalle signore ((omissis)) e ((omissis)), rappresentate e difese dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio del difensore, in Roma, corso del Rinascimento n. 11;

contro

il Consorzio Speciale per la Bonifica di Arneo, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Puglia, Lecce, sezione III, n. 1054 del…

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