Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18959 del 8 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:18959PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere sussiste quando tra tre o più persone si costituisce e permane un vincolo associativo continuativo, finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di delitti, attraverso la predisposizione comune dei mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso e con la permanente consapevolezza, da parte di ciascuno degli associati, di far parte del sodalizio e di essere disponibile ad attuarne il programma. Tale peculiare atteggiarsi del pactum sceleris distingue nettamente l'associazione per delinquere dal concorso di persone nel reato, anche continuato, il quale richiede l'accordo di due o più persone diretto ad eseguire un determinato reato, ovvero più reati, collegati da un medesimo disegno criminoso, consumati i quali l'accordo si dissolve e si esaurisce. Il discrimine tra la fattispecie plurisoggettiva e quella concorsuale va individuato nella necessaria finalizzazione dell'accordo associativo alla costituzione di una struttura (almeno tendenzialmente) permanente, nella quale i singoli associati divengono - ciascuno nell'ambito dei propri compiti, assunti od affidati - parti di un tutto, e si propongono di commettere una serie indeterminata di delitti. Pertanto, la configurazione del reato di tipo associativo non deriva ontologicamente dalla rivelazione di una stabile struttura organizzativa, bensì dalla necessaria predisposizione di mezzi da utilizzare in occasione della consumazione dei singoli reati verso i quali tende l'accordo messo in opera. Ciò si evince dalla sussistenza di una prassi consolidata, filmata e riscontrata dai controlli su strada, ripetuta con assoluta sistematicità, in forza della quale, realizzato il furto delle vetture oggetto di interesse, il mezzo veniva trasferito presso il deposito di uno degli associati ove si recavano contestualmente anche gli altri sodali per procedere all'attività di smontaggio, ciascuno secondo i compiti prefissati di rispettiva pertinenza; ricavati, di volta in volta, i pezzi di ricambio, dal medesimo deposito venivano osservati in uscita i mezzi di alcuni degli associati con i quali si procedeva al trasporto dei pezzi da collocare illecitamente sul mercato in base ad una preventiva individuazione dei relativi destinatari. Inoltre, la stabilità prospettica dell'azione criminale, destinata ad esondare gli ambiti del mero concorso in determinate iniziative delittuose, è conclamata dalla ripartizione degli utili derivanti dall'attività comune, dalla solidarietà rivendicata in favore dei partecipi, nonché dalla incidenza che ebbero ad assumere sulla protrazione dell'azione associativa i fatti legati ai controlli e agli arresti di alcuni degli associati, segno di una iniziativa comune, divenuta oggetto di un programma destinato a durare nel tempo, e dalla affectio tra i diversi partecipi, riscontrata anche nei colloqui intercettati e colorata da un linguaggio convenzionale conosciuto ai diversi sodali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuel - Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1638/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 28/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PATERNO' RADDUSA Benedetto;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. (OMISSIS) e' stato condannato in primo grado …

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