Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9185 del 24 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9185PEN

Massima

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Il reato di utilizzo indebito di carta di pagamento altrui, di cui all'art. 55, comma 9, del d.lgs. n. 231/2007, sussiste anche qualora il soggetto agente non abbia materialmente effettuato i prelievi di denaro, essendo sufficiente che egli si sia impossessato indebitamente della carta di pagamento altrui per trarne profitto. In tali casi, il fatto rimane identico nei suoi essenziali elementi descrittivi (condotta, nesso causale ed evento), a nulla rilevando la diversa modalità di realizzazione del fatto, che non incide in maniera decisiva sul rapporto tra gli elementi strutturali dello stesso. Pertanto, il soggetto che si sia impossessato indebitamente della carta di pagamento altrui per trarne profitto risponde del reato di cui all'art. 55, comma 9, del d.lgs. n. 231/2007, anche qualora non abbia materialmente effettuato i prelievi di denaro, potendo eventualmente rispondere ai sensi dell'art. 110 c.p. qualora si sia avvalso dell'opera di un complice. La valutazione della credibilità della persona offesa e dell'attendibilità delle sue dichiarazioni, così come la concessione delle attenuanti generiche, attengono al merito della decisione e non sono sindacabili in sede di legittimità, salvo che non risulti viziato il percorso giustificativo sulla loro capacità dimostrativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 827/2014 in data 25/01/2016 della Corte di Appello di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SPINELLI Sante, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 25 gennaio …

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