Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8101 del 23 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:8101PEN

Massima

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Il diritto di critica sindacale, pur consentendo l'utilizzo di toni aspri e taglienti, non legittima l'impiego di espressioni intrinsecamente ingiuriose e gratuitamente offensive della reputazione altrui, non strettamente funzionali alla finalità di disapprovazione e biasimo. Pertanto, la scriminante del diritto di critica non opera quando le espressioni utilizzate, pur contestualizzate in un confronto dialettico, travalicano i limiti della pertinenza e proporzionalità, attribuendo alla persona offesa caratteristiche o comportamenti lesivi della sua dignità morale, senza alcun nesso con la condotta oggetto di critica. Il giudice è chiamato a verificare, caso per caso, se il negativo giudizio di valore espresso possa essere giustificato nell'ambito di un contesto critico e funzionale all'argomentazione, ovvero se si traduca in un'invettiva personale volta ad aggredire gratuitamente il destinatario con espressioni inutilmente umilianti e gravemente infamanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/01/2021 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIOVANNI FRANCOLINI;
lette:
- la requisitoria scritta presentata - Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, ex articolo 23, comma 8, conv. con modif. dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176 dal Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassa…

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