Consiglio di Stato sentenza n. 8469 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:8469SENT

Massima

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Il proprietario di un immobile che abbia presentato domanda di condono edilizio non può realizzare opere di completamento o modifica del manufatto abusivo senza osservare le specifiche cautele previste dalla legge, in particolare l'obbligo di notificare al Comune il proprio intendimento di completare i lavori, allegando perizia giurata sullo stato di avanzamento delle opere. Qualora il proprietario esegua interventi ulteriori rispetto a quelli oggetto della domanda di condono, tali opere andranno considerate autonomamente abusive, con la conseguenza che l'Amministrazione comunale è tenuta a ordinarne la demolizione, senza che ciò possa essere impedito dalla mera pendenza del procedimento di sanatoria. L'onere di provare il grado di ultimazione delle opere abusive, rilevante ai fini del rilascio del condono, grava sul proprietario, il quale deve fornire inconfutabili elementi probatori. La deroga prevista per i casi in cui l'ultimazione delle opere sia stata impedita da provvedimenti amministrativi o giurisdizionali va interpretata in senso restrittivo, non consentendo il completamento di manufatti il cui grado di realizzazione non consenta di riconoscerne la funzione e la configurazione generale. L'ordine di demolizione delle opere abusive, in assenza di un provvedimento di condono, costituisce atto dovuto e vincolato per l'Amministrazione, senza che sia necessaria un'ulteriore motivazione rispetto all'accertamento dell'abusività.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/09/2023

N. 08469/2023REG.PROV.COLL.

N. 04469/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4469 del 2017, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, corso del Rinascimento, n. 11;

contro

COMUNE DI ARZANO, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, piazza dei Consoli, n. 11;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Seconda) n. 5838 del 2016;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visto l’atto …

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