Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità per i danni cagionati da un veicolo a motore, ai sensi dell'art. 2054 c.c. e della Legge n. 990 del 1969, presuppone che il sinistro si sia verificato in un'area destinata al pubblico transito. Pertanto, qualora il danno si sia verificato in un'area privata, non aperta al pubblico, non trova applicazione la disciplina sull'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile automobilistica, essendo esclusa la responsabilità diretta dell'assicuratore nei confronti del danneggiato. Il giudice di merito, nel valutare la natura pubblica o privata dell'area, deve tenere conto non solo della presenza di un recinto o recinzione, ma anche della concreta destinazione e utilizzazione dell'area stessa, accertando se vi sia o meno un effettivo traffico e circolazione di veicoli. Inoltre, la mancata denuncia di furto da parte del proprietario del veicolo custodito in un'area privata non lo esonera dall'onere probatorio previsto dall'art. 2054 c.c., comma 3, in quanto tale norma presuppone che il sinistro si sia verificato in un'area destinata al pubblico transito. Infine, la domanda di restituzione di somme eventualmente percepite in esecuzione di una precedente pronuncia, qualora non vi sia prova dell'effettiva riscossione, non può essere accolta in assenza di una condanna condizionata al verificarsi di tale evento futuro ed incerto.