Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32742 del 23 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:32742PEN

Massima

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Il reato di ingiuria di cui all'art. 594 c.p. richiede, tra gli elementi costitutivi, la consapevolezza dell'agente della presenza della persona offesa al momento della condotta offensiva. Tale consapevolezza non può essere desunta automaticamente dalla mera circostanza che in precedenza sia stato negato alla persona offesa l'accesso all'ambiente in cui si trovava l'imputato, essendo necessario accertare se, al momento della condotta, l'agente fosse effettivamente a conoscenza della presenza della persona offesa nell'ambiente attiguo a quello in cui pronunciava le frasi offensive. La mancanza di tale consapevolezza impedisce il perfezionamento del reato di ingiuria, potendo eventualmente integrare il diverso reato di diffamazione ove ne ricorrano gli altri elementi costitutivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del TRIBUNALE DI BRINDISI;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accogli…

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