Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di delitti contro il patrimonio, quali furti e ricettazioni di opere d'arte, dipinti, mobili e oggetti antichi, può essere desunta da una serie di elementi convergenti, quali: la corrispondenza delle modalità esecutive dei singoli reati-fine; l'identità dei contesti territoriali di consumazione; la disponibilità comune di mezzi e strumenti utilizzati per perpetrare i reati; la continuità, frequenza e intensità dei rapporti tra gli associati; la ripartizione di ruoli funzionali al perseguimento del programma criminoso; la presenza di un soggetto che rivesta una posizione apicale nell'organizzazione, con funzioni di coordinamento, programmazione ed esecuzione delle attività delittuose, nonché di gestione dei rapporti con i canali di ricettazione. Tali elementi, valutati complessivamente, possono integrare gli estremi della fattispecie associativa di cui all'art. 416 c.p., a prescindere dalla effettiva realizzazione di tutti i singoli reati-fine rientranti nel programma comune.