Cassazione penale Sez. III ordinanza n. 9243 del 3 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:9243PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'errore di fatto verificatosi nel giudizio di legittimità, che costituisce il presupposto per l'esperibilità del rimedio di cui all'art. 625-bis c.p.p., consiste in un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco in cui la Corte di cassazione sia incorsa nella lettura degli atti interni al giudizio stesso, connotato dall'influenza esercitata sul processo formativo della volontà, tale da condurre a una decisione diversa da quella che sarebbe stata adottata senza di esso. Pertanto, non integra tale ipotesi il mero richiamo, da parte della Corte di legittimità, della motivazione adottata dal giudice di appello in ordine alle dichiarazioni rese dall'imputato, senza una diretta lettura e valutazione di tali dichiarazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dalla Corte suprema di Cassazione in data 8/4/2014;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; sentita la relazione svolta dal Consigliere MENGONI Enrico.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza dell'8/4/2014, questa Corte suprema, quarta sezione penale, rigettava i ricorsi proposti da (OMISSIS) e (OMISSIS) avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Bologna il 15/1/2013, con la quale gl…

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