Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11898 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11898PEN

Massima

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Il diritto di critica in ambito politico-sindacale prevale sulla tutela della reputazione individuale, quando le espressioni utilizzate, pur potendo assumere una valenza spregiativa, sono dirette a contestare il comportamento di un rappresentante sindacale nell'esercizio del suo ruolo e non mirano ad offendere la persona in quanto tale, essendo espresse nell'ambito di un dibattito su questioni di interesse collettivo. Il diritto di critica, ex art. 51 c.p., scrimina l'utilizzo di espressioni anche potenzialmente lesive della reputazione altrui, purché le stesse siano dirette a contestare l'operato di un rappresentante sindacale nell'esercizio delle sue funzioni e non mirino ad offendere la persona in quanto tale. In tale contesto, la tutela della reputazione individuale deve essere bilanciata con la necessità del libero dibattito su questioni di interesse collettivo, specialmente quando le espressioni utilizzate attengono a valutazioni e non alla mera narrazione di fatti. Pertanto, il fatto non è punibile quando le espressioni, pur potendo assumere una valenza spregiativa, sono state utilizzate nell'ambito di un confronto sindacale per criticare il comportamento di un rappresentante sindacale, senza mirare ad offendere la persona in quanto tale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1959/2004 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 18/12/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA Arturo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per l'annullamento senza rinvio;

udito, per la parte civile, avv. (Ndr: testo …

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