Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15846 del 26 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:15846PEN

Massima

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Il sequestro preventivo o probatorio di somme di denaro è legittimo solo se il giudice motiva adeguatamente il nesso di pertinenzialità tra il denaro sequestrato e il reato contestato, esplicitando le ragioni per cui ritiene che il denaro costituisca il prodotto, il profitto o il prezzo del reato, oppure sia servito a commetterlo, ovvero sia concretamente destinato alla commissione dello stesso. La mera circostanza che il denaro sia stato rinvenuto in forma contante non è di per sé sufficiente a dimostrare tale nesso, essendo necessaria un'analisi completa e puntuale delle risultanze degli atti processuali per verificare se esse possano effettivamente suffragare la tesi accusatoria circa la provenienza illecita del denaro. In assenza di una motivazione adeguata su tale aspetto, il provvedimento di sequestro è privo di un sostegno argomentativo valido e deve essere annullato con rinvio al giudice competente per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi F. - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/03/2019 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. LUIGI FABRIZIO MANCUSO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. SPINACI SANTE, che chiede l'annullamento con rinvio del ricorso.
udito il difensore l'avvocato (OMISSIS) chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 21 settembre 2018, il Tribunale di Palmi rigettava l'istanza avanzata, ne…

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