La recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, costituisce una circostanza aggravante ad effetto speciale che, se contestata, incide sulla determinazione del termine di prescrizione del reato, allungandolo fino al massimo di dieci anni. Pertanto, il giudice di merito non può dichiarare l'estinzione del reato per prescrizione senza previamente accertare l'eventuale sussistenza di tale aggravante, la quale, ove ritenuta, comporta il mancato decorso del termine prescrizionale alla data del provvedimento. Ciò in quanto la causa estintiva del reato per prescrizione prevale sulla nullità assoluta ed insanabile della sentenza predibattimentale di proscioglimento emessa in appello ai sensi dell'art. 469 c.p.p., soltanto ove risulti che il giudice di merito non possa, comunque, ritenere sussistenti le condizioni per pronunciare, attraverso un'operazione di mera constatazione, il proscioglimento nel merito ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 2.